L’intelligenza emotiva è quella capacità che permette di riconoscere le emozioni di chi ci sta davanti. Ognuno di noi ha delle competenze minime in questo ambito, ma come c’è chi ha una maggiore predisposizione per la musica, chi per la logica, c’è chi ha maggiori capacità nell’ambito emotivo. Questa qualità è molto importante per instaurare rapporti e relazionarci agli altri.
È stata teorizzata per la prima volta dallo studioso Wayne Payne in una tesi di dottorato, ma ha raggiunto la “popolarità” solo 10 anni più tardi negli anni ‘90 grazie allo psicologo e giornalista Daniel Goleman.
L’intelligenza emotiva si mostra attraverso diverse abilità strettamente legate l’una all’altra. Prima di tutto permette di percepire sia le nostre emozioni che quelle degli altri, osservando le espressioni del volto, ascoltato il timbro della voce e i gesti. Se siamo in grado di comprendere le emozioni e dargli un nome specifico, riusciamo con maggiore facilità anche a seguirne l’evoluzione nel tempo e le variazioni, così da poterle anche gestire e utilizzarle in modo che non diventino un ostacolo, ma una risorsa. L’intelligenza emotiva infatti permette di avere una profonda consapevolezza di sé e delle proprie emozioni e ci aiuta a mettere in conto anche questi fattori quando prendiamo una decisione o programmiamo qualcosa.
Come tutte le capacità anche l’intelligenza emotiva può essere sviluppata e allenata. Un buon esercizio per iniziare è ridere di sé, non prendersi troppo sul serio, questo ci aiuta a gestire anche con maggiore facilità le emozioni negative, anche la meditazione aiuta molto in questo senso, tutto ciò che ci permette di ascoltare noi stessi e le nostre emozioni insomma.
Una componente fondamentale dell’intelligenza emotiva è l’empatia, per stimolarla è sempre importante approcciarsi agli altri con una mentalità aperta e in modo disponibile, cercando di capire in quel momento preciso cosa stia provando senza lasciarci influenzare dai nostri preconcetti, possiamo farlo chiedendoci il perché dietro alle emozioni e i comportamenti degli altri.
Per fare questo però dobbiamo prima di ogni altra cosa ampliare il nostro linguaggio emotivo, cercare di andare oltre al “sono triste” o “sono felice”. Lo spettro emotivo di ognuno di noi è molto ampio ed utilizzarne anche il linguaggio correttamente ci aiuta a mettere più a fuoco in cosa consiste la nostra emozione in quel momento.